18/10/17

Il narratore in pista: La novella del sindaco e dell’alpino. Prossimamente anche al cinema.

Premessa: E così ecco l’occasione, cari lettori, per indossare ancora una volta i panni del narratore. La storia del sindaco e dell’alpino, nasce dalla foto che vedrete alla fine della novella. Che sarà la locandina ufficiale del film,

IL SINDACO E L’ALPINO – Come tradizione vuole - “.

In quel tempo, il tempo era gramo e alquanto scioccante per tutti. Anche per la reggente di allora, ovvero la sig.ra Luisa e pure per i suoi. Nessuno si sarebbe aspettato ciò che poi avvenne. E la faccenda era diventata in un colpo solo ( ed è tuttora in verità, ma un po’ meno ) assai drammatica e complicata.

In quel tempo il sindaco, ancora non sapeva che sarebbe diventato il sindaco. La cosa balenò in testa in modo irrisorio, un attimo così, solo una volta a un tizio strano del paesello frazionato, quando lesse questa intervista:


Insomma, quel tempo era un certo tempo. Tra le varie faccende del paesello frazionato, irruppero alcuni alpini trentini. La faccenda era gradevole, e piaceva a tanti, a tutti oseremmo dire. Gli alpini davano un certo senso di speranza, non per l’opera progettata in se, attesa, ma principalmente per il fatto di esserci. 

Ci fu poi un momento in cui gli alpini facevano sempre festa, e il tizio strano del paesello tra le altre cose, una volta andò un po’ fuori dalle righe perché tutte quelle feste gli davano un po’ da fare. La verità era che lui e altri dovevano fare i babbi natale, e mescolando la faccenda con una festa degli alpini, i babbi natale non furono i predefiniti, con conseguente amara delusione delle figlie del tizio strano, e a quel punto il tizio strano non ci vide più. Aveva osato, scatenando anche un gran pandemonio.

Ma il cuore degli alpini che era ( ed è ) grande, non si limito alla reazione ma andò al tentativo di dialogo. E fu proprio l’alpino di questa novella a non limitarsi a reagire in malo modo, ma a cercare il punto di incontro. E il tizio strano, lo riconobbe. Si scusò, e avanti tutta. Il sindaco, dicevamo, non era ancora il sindaco, ma suonava spesso ( e suona ancora ). Insomma il sindaco che non era ancora sindaco, era li che si barcamenava tra banda, scuola ecc. Nel capoluogo lo apprezzavano nella scuola, e dove si suonava.

Gli alpini, poi, completarono l’opera, ci fu una grandissima festa, un raduno, e non si era mai visto il paesello frazionato così bello. Anche la reggente di allora, la sig.ra Luisa, si commosse. Quel giorno addirittura, il tizio strano e la reggente, pranzarono insieme davanti a tutti alla grande e bella festa.

Un giorno vicino al presente, il "nostro"  alpino fu eletto “ ALPINO DELL’ANNO “. E uno dei suoi amici del paesello frazionato a cui lui voleva tanto bene, era già diventato sindaco da qualche mese.

Poteva in coscienza non rendergli omaggio ? Certo che no. E così fu:




E il tizio strano, quando poteva e si “ ispirava “, continuava a narrare. Come questa volta con …

“ IL SINDACO E L’ALPINO – Come tradizione vuole - “


( cioè, paiono il sindaco e l'alpino, al limite dello stereotipo ....) 


Davide Boldrin
Il narratore

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LINK notizia: 

PREMIO ALPINO DELL’ANNO 2016: ENCOMIO SOLENNE PER IL TRENTINO RENZO MERLER

(Fonte: Ufficio stampa Comitato organizzatore 91ma Adunata nazionale Alpini) – La giuria del premio nazionale “Alpino dell’anno 2016” ha deciso con voto unanime di assegnare per l’edizione di quest’anno un encomio solenne alla Sezione Ana di Trento, nella persona dell’alpino Renzo Merler.
La Commissione ha ritenuto che l’impegno delle penne nere trentine ed in particolare del vicepresidente della Sezione Merler nella realizzazione della casa dello sport “Maestra Tina Zuccoli” a Rovereto Secchia (paese duramente colpito dal sisma dell’Emilia nel 2012) meritasse un riconoscimento ufficiale.
“Il 6 marzo 2016 – si legge nelle motivazioni – si è felicemente concluso l’intervento della Sezione Ana di Trento in favore della popolazione di Rovereto Secchia, uno dei paesi maggiormente colpiti dal sisma del 2012.
In quel paese la Sezione di Trento, in circa due anni di cantiere, ha realizzato un edificio di 600 metri quadrati destinato ad ospitare le associazioni del paese, quale unico punto di aggregazione e ritrovo per la popolazione.
L’alpino Renzo Merler è uno dei 310 volontari alpini trentini, anzi lui è il Volontario per eccellenza. È lui che sposa senza riserve la causa “Rovereto Secchia”, organizza le prime spedizioni, trova libri per la biblioteca, allestendo persino un gruppo di acquisto solidale per smaltire verso il Trentino i prodotti di un agricoltore colpito dal terremoto.
Mentre collabora attivamente per la diffusione del progetto per la realizzazione della struttura ideata dalla Sezione, Renzo perde il lavoro ma si rimbocca le maniche e in breve tempo diventa responsabile del cantiere e punto di riferimento per tutti: volontari, Sezione e cittadini.
Renzo Merler è il vero volontario alpino, è l’incarnazione più schietta di quel grande cuore che riesce ancora a battere e commuoversi per un semplice grazie.
A lui e alla Sezione Ana di Trento un giusto riconoscimento da parte di tutti gli alpini”.
Domenica 15 ottobre una delegazione della Sezione Ana di Trento sarà dunque ad Alassio in provincia di Savona, dove la locale Sezione organizza il prestigioso premio.
Qui, Merler ritirerà l’encomio solenne anche a nome di tutti quei volontari che hanno prestato la loro opera e il loro tempo per la costruzione di un edificio che – per la popolazione del posto – ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo di vita.
Ad Alassio sarà presente anche il sindaco del Comune di Novi Enrico Diacci e un gruppo di cittadini della frazione di Rovereto Secchia, dove
La notizia del premio ha giustamente inorgoglito Renzo Merler, che evidenzia come questo encomio solenne vada condiviso con tutte le persone che hanno lavorato a Rovereto Secchia.
“Il premio viene dato a me in qualità di pilota del team, ma il merito per la realizzazione dell’opera va condiviso con tutti i volontari presenti in Emilia e con le tantissime persone che in Trentino hanno organizzato raccolte di fondi per il cantiere”.
Ex paracadutista a Pisa e Bolzano, durante il servizio di leva Merler fu aggregato per alcuni mesi all’artiglieria della caserma Pizzolato di Trento: “A 20 anni ero uno scavezzacollo, ho sempre amato l’adrenalina” afferma.
Ora ha messo la testa a posto e in questi mesi dedica anima e corpo per la buona riuscita dell’Adunata degli alpini 2018, occupandosi degli aspetti relativi ad accoglienza, viabilità e trasporti.

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