Premessa: per chi non avesse letto
l'episodio 1 della saga “ LA SERRANDA “,
ecco qui: http://novigiudiforma.blogspot.it/2017/05/elezioni-2017-novi-di-modena-la-prima.html
Per le faccende un po' più serie
invece si può guardare qui: www.noilistacivica.it
Per le faccende del narratore in
questione, invece, beh, basta rimanere su questa pagina.
2-LA SERRANDA E I POTERI
FORTI
IL SEGUITO.
Il narratore aveva un patto con i NOI:
Li avrebbe sostenuti, ma essi dovevano lasciargli fare le cose che
piacevano a lui. Erano cose sue, in quanto ad egli piaceva narrare. I
NOI lavoravano e il narratore se la godeva un po'. Infatti lo
sbeffeggio, i LORO, non l'avevano preso del tutto bene.
Cercavano di sdrammatizzare, dicendo che era un equivoco e che il
narratore in questione faceva come suo solito. E qui nell'affermare
che il narratore faceva come suo solito, beh, avevano perfettamente
ragione. Nel tentativo di sdrammatizzare, uno dei LORO incontrato il
narratore, gli disse che era il “ custode sanpietrino “,
ovvero colui che aveva le chiavi della ormai famosa serranda.
Sembrava una persona a carico dell'istituto nazionale della
previdenza sociale. Affermava che si era semplicemente dimenticato
di aprirla. Ma mentre il narratore muoveva le acque, i LORO si
indispettirono e emersero con ..IL COMMITTENTE. I NOI, non
erano tipi da COMMITTENTE. Nonostante ciò, nel dubbio, si
adeguarono. Per i NOI il rispetto delle regole era comunque
doveroso, anche al minimo dubbio, a differenza dei LORO. Non
era dato sapere se i LORO avessero sollevato la serranda per
sfida. Ma sappiamo che in fondo era così. La faccenda non sfuggì a
certi tizi, anch'essi a carico dell'istituto nazionale della
previdenza sociale. Infatti la faccenda della serranda era diventata
una questione di principio, per coloro che avevano speso con
passione, il loro tempo libero negli anni, per le contese come
questa. Sia dei NOI, che dei LORO. Per questa ragione la
faccenda meritava il giusto rispetto. Costoro dei NOI
avvisarono il narratore, sollecitandolo ad agire secondo l'autorità
che egli comunque ancora aveva. Qui, il narratore non poteva
esimersi. Ed entrò nell'ambito della sublime, eccelsa,
sovrintendente, e oramai strutturale in anime e corpi. Colei che
appaga e/o svilisce. Si. Era lei. LA SIGNORA BUROCRAZIA.
IL NARRATORE IN VESTE
UFFICIALE, E I POTERI FORTI.
Il narratore entrò
nell'ufficialità della questione avvisando le autorità competenti.
Tante autorità competenti, e più volte. La prima autorità
competente svolse il suo compito in modo eccelso. La seconda autorità
competente ebbe bisogno di più solleciti. Il narratore gli aveva
scritto ben tre volte. Ma nessuno si degnava di DARE ATTO. Il
narratore tra l'altro, decise già che c'era, di prenotare un posto
in prima visione, per via di autentiche pubblico-ufficiali. Qui
invece gli diedero ATTO immediatamente. Il narratore attendeva la
data della proiezione per visionare. Tornando alle autorità
competenti sollecitate più volte, invece, soltanto alla chiamata in
causa dell'autorità competente diretta del narratore, l'autorità
competente, braccio romano della repubblica, si degnò di DARE ATTO, pur dopo vari solleciti telefonici. Sembravano imbarazzati, I POTERI FORTI. E qui ora, il narratore attendeva. L'ATTO FINALE. Non era un problema
in se la SERRANDA. Ma oramai una parte di popolazione storica, voleva
sapere se la serranda poteva stare aperta o chiusa. E il narratore
voleva scrivere l'ATTO finale di questa novella. Solo per il gusto di
farlo. Ma l'ATTO FINALE esigeva la completezza veritiera della
faccenda. Il complemento sublime, eccelso, illuminante Ovvero, IL
NUMERO DI PROTOCOLLO.
Il narratore attendeva
l'esito dell'autorità competente, braccio romano della Repubblica
Italiana. E nel mentre, aveva inviato loro un ricordino.
Davide Boldrin
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