24/05/17

Elezioni 2017 Novi di Modena. La novella continua: LA SERRANDA E I POTERI FORTI.

Premessa: per chi non avesse letto l'episodio 1 della saga “ LA SERRANDA “, ecco qui: http://novigiudiforma.blogspot.it/2017/05/elezioni-2017-novi-di-modena-la-prima.html
Per le faccende un po' più serie invece si può guardare qui: www.noilistacivica.it
Per le faccende del narratore in questione, invece, beh, basta rimanere su questa pagina.

2-LA SERRANDA E I POTERI FORTI

IL SEGUITO.

Il narratore aveva un patto con i NOI: Li avrebbe sostenuti, ma essi dovevano lasciargli fare le cose che piacevano a lui. Erano cose sue, in quanto ad egli piaceva narrare. I NOI lavoravano e il narratore se la godeva un po'. Infatti lo sbeffeggio, i LORO, non l'avevano preso del tutto bene. Cercavano di sdrammatizzare, dicendo che era un equivoco e che il narratore in questione faceva come suo solito. E qui nell'affermare che il narratore faceva come suo solito, beh, avevano perfettamente ragione. Nel tentativo di sdrammatizzare, uno dei LORO incontrato il narratore, gli disse che era il “ custode sanpietrino “, ovvero colui che aveva le chiavi della ormai famosa serranda. Sembrava una persona a carico dell'istituto nazionale della previdenza sociale. Affermava che si era semplicemente dimenticato di aprirla. Ma mentre il narratore muoveva le acque, i LORO si indispettirono e emersero con ..IL COMMITTENTE. I NOI, non erano tipi da COMMITTENTE. Nonostante ciò, nel dubbio, si adeguarono. Per i NOI il rispetto delle regole era comunque doveroso, anche al minimo dubbio, a differenza dei LORO. Non era dato sapere se i LORO avessero sollevato la serranda per sfida. Ma sappiamo che in fondo era così. La faccenda non sfuggì a certi tizi, anch'essi a carico dell'istituto nazionale della previdenza sociale. Infatti la faccenda della serranda era diventata una questione di principio, per coloro che avevano speso con passione, il loro tempo libero negli anni, per le contese come questa. Sia dei NOI, che dei LORO. Per questa ragione la faccenda meritava il giusto rispetto. Costoro dei NOI avvisarono il narratore, sollecitandolo ad agire secondo l'autorità che egli comunque ancora aveva. Qui, il narratore non poteva esimersi. Ed entrò nell'ambito della sublime, eccelsa, sovrintendente, e oramai strutturale in anime e corpi. Colei che appaga e/o svilisce. Si. Era lei. LA SIGNORA BUROCRAZIA.

IL NARRATORE IN VESTE UFFICIALE, E I POTERI FORTI.

Il narratore entrò nell'ufficialità della questione avvisando le autorità competenti. Tante autorità competenti, e più volte. La prima autorità competente svolse il suo compito in modo eccelso. La seconda autorità competente ebbe bisogno di più solleciti. Il narratore gli aveva scritto ben tre volte. Ma nessuno si degnava di DARE ATTO. Il narratore tra l'altro, decise già che c'era, di prenotare un posto in prima visione, per via di autentiche pubblico-ufficiali. Qui invece gli diedero ATTO immediatamente. Il narratore attendeva la data della proiezione per visionare. Tornando alle autorità competenti sollecitate più volte, invece, soltanto alla chiamata in causa dell'autorità competente diretta del narratore, l'autorità competente, braccio romano della repubblica, si degnò di DARE ATTO, pur dopo vari solleciti telefonici. Sembravano imbarazzati, I POTERI FORTI. E qui ora, il narratore attendeva. L'ATTO FINALE. Non era un problema in se la SERRANDA. Ma oramai una parte di popolazione storica, voleva sapere se la serranda poteva stare aperta o chiusa. E il narratore voleva scrivere l'ATTO finale di questa novella. Solo per il gusto di farlo. Ma l'ATTO FINALE esigeva la completezza veritiera della faccenda. Il complemento sublime, eccelso, illuminante Ovvero, IL NUMERO DI PROTOCOLLO.

Il narratore attendeva l'esito dell'autorità competente, braccio romano della Repubblica Italiana. E nel mentre, aveva inviato loro un ricordino.





Davide Boldrin




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