09/12/16

Dopo il successo della rubrica " Dillo al direttore ": Sfogo sulla politica nazionale, ok, ve lo scrivo senza turpiloquio.

Mi fa piacere in fondo, avere cosi tanti lettori ( ...che si lamentano anche. Potremmo fare " Dillo al direttore " ). Per cui mi spiego sul post alquanto pesante in merito agli sfoghi sulla politica nazionale.

Ci sono tanti che esultano per la vittoria del ” NO ” al referendum e per la caduta del governo Renzi. Come se questa fosse stata una cosa buona e giusta per il bene del paese. Ora, che il risultato sia ineccepibile, su questo non si può discutere. Ma esultare come se fosse una vittoria per il bene di tutti, sentendo oltretutto le dichiarazioni dei vari ” leader ” politici anacronistici, mi rende alquanto insofferente. Se poi ci mettiamo che la crisi, il precariato, le situazioni di mala gestione e via discorrendo siano colpa del governo Renzi, siamo alla più totale ignoranza. Un esempio per tutti la cosi detta legge sul Jobs-Act. Paventata come quella del precariato e dei voucher, dimenticando che tutto ciò è stata approvato nel governo Berlusconi a inizio millennio, con la nota legge Biagi. Per quanto riguarda le imprese, altro esempio, potremmo citare l’IRAP. Introdotta in governo a guida Prodi. Pensiamo anche che il presidente della repubblica deve ricevere ben 23 forze politiche, che somigliano alla mia ” Democrazia cristiana novese ”, che esiste in un comune con meno di 15.000 abitanti, ” fondata ” a quasi fine mandato un po’ provocatoriamente. Con la differenza che io non ho poteri decisionali, a Roma invece si. Insomma, finalmente una bella crisi di governo. Se ne sentiva appunto la mancanza. E poi, e poi, e poi, ce ne sarebbero migliaia. E magari c’è chi vorrebbe festeggiare tutto ciò, cenando. Io mando il messaggio in modo ” tranchant ” a seguito di varie insistenze. Ho spiegato a grandi linee qui, giusto per rispetto di chi ha avuto una certa sorpresa nel notare, chiamiamolo, un livello basso puerile e volgare.

Però abbuonatemi una certa insofferenza verso l’ignoranza. Ci sono momenti in cui è nauseante, insopportabile, pesante, e annichilente. E non è una questione di ” punti di vista diversi ” o di ” dialogo ”. Perché quando c’è ignoranza, gli sciacalli che non sono ignoranti, ci marciano sopra. E io pur avendo solamente la licenza media, credo in modo presuntuoso di essere assai meno ignorante di tanti altri. Disponibile al dialogo ? Certo. Ma anche dall’altra parte ci deve essere disponibilità. Altrimenti diventa solo muro contro muro. E francamente di fare il politico, io, non ne ho più voglia. Di scrivere quel che penso invece, ancora tanta. Per terminare, questo non è un post di rimpianto per la sconfitta del ” SI ”. Ma per come in merito alla politica nazionale ( e non solo ) non si guardi al bene comune. I fatti a seguire dell’esito del referendum sono evidenti. A meno che uno proprio non voglia vedere. E io non sono un politico. Solo uno che dice la sua. Liberamente.



Davide Boldrin


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